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I nuovi confini delle famiglie al tempo del coronavirus

La gioia di “stare a casa” sostituita dall’obbligo “state a casa”. Cambiano i rapporti, tra tensioni e paure, ma anche con alcune piacevoli sorprese. La tecnologia diventa un’opportunità e, contemporaneamente, un rischio ignoto

di CINZIA ZACCARO* la Repubblica 20 marzo 2020

“State a casa”. Lo sentiamo da settimane: per la nostra salute e per quella degli altri. C’è il coronavirus, la pandemia: “state a casa”. Ma “stare a casa”, forse uno dei momenti migliori in normali tempi di vita sempre più frenetica, si è trasformato, per milioni di famiglie, in un obbligo difficile da gestire. Il piacere di “stare a casa” è diventato il dovere: “state a casa”.
Provo a fare una riflessione dopo l’ascolto di tante voci di genitori su questa forzata residenza ai “domiciliari". Tante sono le famiglie coinvolte in questa realtà, dalle mono genitoriali, di numero molto elevato, alle famiglie con entrambi i genitori a casa con figli non scolarizzati. Nuove realtà e nuovi equilibri sono oggi vissuti nelle case italiane. La realtà, che è stata individuata monitorando varie situazioni. ha evidenziato caratteristiche inedite per quello che riguarda l’istruzione e la residenza forzata di minori della generazione dei millennials e della successiva Igen, come vengono definiti i sempre più “adeguati alla conoscenza digitale”.
 Molti genitori, all’inizio di questo isolamento, erano perplessi sull’uso delle tecnologie che poteva risultare indiscriminato. Quella di oggi è la prima generazione di adulti, infatti, che si trova a osservare le trasgressioni degli adolescenti in internet.  Si parla tanto dei pericoli per gli adolescenti che fanno un uso non adeguato della rete e di quanto sia “l’iperinvestimento” che essi fanno di essa in modo molto differente. Vi sono i “sovraesposti sociali” che mettono in atto la propria fragilità narcisistica mediante agiti virtuali: cyberbullismo, sexting, diffusione di informazione sul consumo di sostanze ecc. Di contro ci sono i cosiddetti “ritirati sociali" con tempi ed uso prolungato che corrono il pericolo di confondere la realtà con quella digitale rifiutando il confronto fisico, ecc.